giovedì, Aprile 18, 2024

Di Marco e Magnelli raccontano Margherita Hack tra musica, parole e aneddoti

PISTOIA – “Questo grande villaggio globale” è andato in scena al Teatro Bolognini.

Sul palco, davanti a una bellissima immagine di Margherita Hack scomparsa nel 2013, Ginevra Di Marco – voce, Francesco Magnelli – pianoforte, magnellophone, Andrea Salvadori – chitarra e tzouras, Luca Ragazzo – batteria, di fronte un pubblico numeroso, interessato e coinvolto.

All’inizio è stato proiettato una parte del docufilm “Un viaggio tra memorie, pensieri e brani nostalgici con temi sociali scottanti”. Girato a Rocca Sillana, contiene gli interventi di Margherita che racconta il suo Novecento, l’emigrazione e l’immigrazione, il fascismo, la rinascita nel dopoguerra.

Per quattro anni, dal 2009 al 2013, Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli hanno portato nelle piazze, nei circoli e nei teatri d’Italia uno spettacolo di musica accompagnati dell’astrofisica più amata dagli italiani, Margherita Hack, con le sue parole semplici e autorevoli; gli interventi erano comici, ironici, profondi e diretti e si legavano all’esecuzione dei pezzi musicali facendo diventare gli spettacoli unici.

Il cast dello spettacolo “Questo grande villaggio globale” (foto di Stefano Di Cecio)

Alla fine della serata Francesco Magnanelli e Ginevra Di Marco raccontano alcuni aneddoti legati alla loro avventura con Margherita.

“C’era sempre qualcuno fra il pubblico che le rivolgeva strane domande”, dice Magnelli. Una sera Margherita raccontava che fra qualche miliardo di anni sarebbero successe una serie di cose nell’universo che avrebbero coinvolto anche la Terra, a quel punto dal pubblico una signora, vestita bene, carina, si alza e le chiede: “scusi professoressa non ho capito bene, milioni o miliardi?” e Margherita “Miliardi!”, al che la signora rispose “Ah, meno male”… 

Fra gli applausi e le risate del pubblico Magnelli continua: “A Margherita di cose così ne succedevano continuamente, a San Giovanni Valdarno, piuttosto che a Roma o da qualsiasi altra parte, c’era sempre una fila di persone che arrivavano con libri e foto: chi aveva visto fenomeni strani, chi gli UFO, chi sapeva tutto sui buchi neri, e lei era talmente buona che li ascoltava e ci passava sopra, anzi cercava di fargli intendere che erano bellissimi però insomma non le interessavano molto”.

Magnelli racconta come, dopo aver avuto l’idea di creare uno spettacolo con lei, nel 2008 vanno a San Casciano per incontrarla per la prima volta. “Mi avvicino a lei per spiegarle come si sarebbe svolto lo spettacolo, Margherita all’epoca aveva 86 anni ed era insieme ad Aldo, suo marito che ne aveva qualcuno di più, forse 90”.

“Mentre Margherita mi stava ascoltando, Aldo che non aveva ormai freni inibitori e diceva tutto quello che gli passava per la testa continuava a dirle “o Marghe andiamo via, giù via andiamo”. No aspetta Aldo mi sta spiegando lo spettacolo. Lui continuava e lei allora gli disse “oh Aldo, palle!” “aspetta un attimo stiamo parlando! Guarda c’è Ginevra, la cantante”, Aldo allora va davanti a Ginevra e le dice “complimenti bel seno”. Insomma il clima era questo e dopo quel primo incontro pensavo che non se ne sarebbe fatto niente. Dopo un po’ di tempo invece lo chiama e gli dice che avrebbe partecipato allo spettacolo.

La prima si tenne al Metastasio di Prato nel 2009 per il Festival della Scienza. Si fece mandare temi e canzoni della serata. Quella sera il teatro era strapieno, oltre 250 persone in più che non trovavano posto e la situazione degnerò quasi in rissa”.

Ricorda Ginevra Di Marco: “durante le riprese del docufilm, un giorno abbiamo deciso di prendercela comoda e decidemmo di andare in piscina. Arrivano Margherita e suo marito, lei dice “sono stata una grande sportiva, mi piaceva molto nuotare, l’anno scorso c’ho provato ma mi si sono bloccate le gambe e sono andata giù come un fuso, voglio vedere se ora mi riesce…” Poi le lanciai un frisbee che lei raccolse e me lo ributtò.

Aveva forza, resistenza e voglia di fare, gli ultimi giorni era in ospedale e scriveva un capitolo del suo ultimo libro. Non si è fermata mai fino alla fine”.

“Era una compagnona e si divertiva molto con noi più giovani, ma eravamo sempre più preoccupati di portarla in giro. Una sera dopo cena eravamo rimaste sole e allora le domandai “Marghe che si fa? si continua?” e lei “Boh se a voi v’è venuto a noia”…è stata per tutti noi un esempio di vita.

Il pubblico in sala riempie questi interventi di applausi e risate.

“La sua toscanità veniva utilizzata per schernirla, ricordate quando Emilio Fede la presentò come astrologa lei gli rispose “mettiamo i puntini sulle i, io sono un astrofisica nucleare”. 

Della musica non le interessava niente, finché un giorno prende da una parte Magnelli e gli dice “quella canzone che mettete nel finale (Montesole scritta e dedicata a lei) si può togliere che è una lagna?” Da allora finivamo i concerti con il “Grillo e la formica”.

Ancora una volta il pubblico del Bolognini scoppia in un fragoroso applauso e, detto fatto, partono le note e il canto del Grillo e la Formica con la partecipazione di tutti, Larifrulla lallillalero Larifrulla larillalà….

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