lunedì, Maggio 13, 2024

“Manichini in riva al mare” di De Chirico, torna a Pistoia dopo 40 anni

di Andrea Dami

PISTOIA – Grazie al progetto “In visita” a Palazzo de’ Rossi, con il sostegno di Fondazione Caript e la collaborazione di Intesa Sanpaolo, potremo vedere l’opera “Manichini in riva al mare” di Giorgio de Chirico, che torna in mostra a Pistoia dopo 40 anni e sarà ospitata fino al 22 ottobre nelle collezioni del Novecento di Pistoia Musei.

La mostra “Manichini in riva al mare” a Palazzo de’ Rossi (fotografie di Andrea Dami)

Questo importante dipinto che de Chirico realizza nel 1926, durante il suo secondo soggiorno nella capitale francese, ormai all’apice del successo e conteso tra due dei più grandi galleristi parigini, “è un’opera esemplare della capacità dell’artista di reinventarsi introducendo novità tecniche e di metodo”, come possiamo ammirare.

“Manichini in riva al mare” è un quadro utile a comprendere il gusto classicheggiante diffuso a Parigi alla fine degli anni Venti e il ruolo di de Chirico in questo contesto; il quadro fu acquistato dal mercante Paul Guillaume.

Giorgio de Chirico (nato nel 1888 a Volo, un comune della Grecia situato nella periferia della Tessaglia, morto a Roma nel 1978) è uno dei principali esponenti della corrente artistica “metafisica”, una disciplina filosofica che mira a cogliere l’essenza situata oltre l’apparenza fisica della realtà ed è caratterizzata dall’immobilità, in opposizione alla dinamicità del “futurismo”.

All’inizio del 1910 Giorgio De Chirico si recò a Firenze e proprio in questa città dipinse la prima piazza metafisica, nata dopo una rivelazione che ebbe in quella di Santa Croce, come scrisse lo stesso artista: “Ebbi allora la strana impressione di vedere tutte quelle cose per la prima volta. E la composizione del quadro apparve al mio spirito; ed ogni volta che guardo questo quadro rivivo quel momento. Momento che tuttavia è un enigma per me, perché è inesplicabile. Perciò mi piace chiamare enigma anche l’opera che ne deriva”.

È tra il 1912 e il ‘13 che iniziò a dipingere i suoi primi manichini e come dimenticare quanto scrisse (nel 1913) Guillaume Apollinaire: “Questa originalità è talmente nuova che merita di essere segnalata”. Invece sono del 1915 le “architetture”, che non rispettano le regole prospettiche e entrano nei suoi lavori, contribuendo al clima trascendente che le caratterizza e, aggiungerei, come in un sogno, dove l’attenzione è catturata dalla scena senza tempo, immobile che l’artista ci racconta. Questo movimento metafisico che raffigura l’inconscio, il surreale, “inseriva” in queste composizioni artistiche anche soggetti classici dell’antica Grecia fino a quelli romani.

Per la storia, è dal 1916 che la pittura “metafisica” si diffonde in Italia e gli autori più importanti da ricordare, insieme a Giorgio de Chirico, sono Alberto Savinio (ovvero Andrea De Chirico, fratello di Giorgio), Carlo Carrà e Giorgio Morandi.

Faustina Maggiore

Tornando qui, a Palazzo de’ Rossi, l’opera “Manichini in riva al mare”, il mare sullo sfondo, i manichini che sembrano tenere in “braccio” delle costruzioni, dei “panni” che ricordano mani… è avvicinata all’importante opera d’arte romana del II secolo d.C., la testa ritratto di Faustina Maggiore, che fu acquistata nel 1983 dalla Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia da Gottfried e Brigitte Fischer e custodita nell’Antico Palazzo dei vescovi e ora nuovamente esposta al pubblico.

Ma ecco il legame dei Manichini con la testa di Faustina, oltre alla relazione nutrita da interessi e passioni condivise tra l’artista e la sua compagna Raissa Gurevič, che possiamo vedere in una immagine del fotografo Lipnitzki “scattata” nello studio parigino di De Chirico, infatti la testa-ritratto di Faustina fu oggetto di studio da parte della Gurevič proprio durante i suoi anni trascorsi a Parigi. La coppia si separò negli anni Trenta ed è allora che Gurevič decise di trasferirsi a Roma per dedicarsi all’archeologia e sarà proprio lei a documentare per la prima volta la testa di Faustina Maggiore, o meglio Annia Galeria Faustina, appartenente alla dinastia degli Antonini e moglie dell’imperatore Antonino Pio, descrivendola: “in età matura con notevoli segni di stanchezza e con un velo di melanconia nel volto rilassato e dimagrito. La mesta piega agli angoli della bocca socchiusa, gli occhi profondamente incavati nell’orbita, rendono lo sguardo più sofferente che distratto”.

Foto di gruppo al concerto di Ballista (foto Andrea Dami)

Importante è ricordare che entrambe le opere in dialogo provengono dalle collezioni di Intesa Sanpaolo e hanno dato origine al secondo appuntamento di “In visita” a cura di Monica Preti, Annamaria Iacuzzi e Cristina Taddei, che hanno accostato le due opere in uno spazio evocativo che si ispira agli scenari metafisici dechirichiani: “un modo per immaginare il flusso delle vite trascorse intorno a esse – rinnovandone i significati e ‘passandole di mano’ – e per accettare, insieme all’eredità materiale di questi oggetti, il compito non solo di conservare la memoria degli artisti e degli studiosi ma anche di comprendere i tempi storici entro i quali si mossero e che contribuirono a trasformare”.

“In visita” è un progetto che prevede l’esposizione temporanea di una o più opere d’arte di ambito nazionale e internazionale all’interno del percorso permanente Collezioni del Novecento per (ri)creare momenti di approfondimento, di dialogo, di confronto su autori, temi e correnti culturali del secolo scorso e di quello attuale, com’è stato per il primo appuntamento che vedeva a confronto due Kore di Fausto Melotti e Pomona di Marino Marini.

In visita | Giorgio de Chirico è anche il titolo della pubblicazione presentata nell’occasione, a cura di Monica Preti, Annamaria Iacuzzi e Cristina Taddei, con un contributo di Giovanni Casini e edita da Gli Ori.

Il pianista Antonio Ballista (foto Andrea Dami)

In occasione dell’inaugurazione, avvenuta sabato 22 aprile, in collaborazione con l’associazione Amici della Musica di Pistoia è stato offerto un concerto di musica metafisica del pianista di fama internazionale Antonio Ballista, che è un punto di riferimento per le avanguardie nazionali e internazionali e che ha presentato musiche da Alfredo Casella a Igor Stravinskij, da Alberto Savinio a Erik Satie…

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