domenica, Maggio 12, 2024

Un piccolo capolavoro di ingegneria: la galleria idraulica di Castagno

PITECCIO – Il tratto della ferrovia Porrettana che da Pistoia sale verso Pracchia regala sempre nuovi spunti d’interesse, tra curiosità e piccole meraviglie nascoste.

Autentico capolavoro di ingegneria ferroviaria, realizzata a più riprese tra il 1853 e il 1864, la linea non si segnala solamente per il valore storico del tracciato – prima ferrovia a collegare nord e sud Italia attraverso la dorsale appenninica – ma anche per i suoi caratteri innovativi dal punto di vista logistico e ingegneristico, tanto da renderla ancora oggi un “caso di studio” per gli esperti del settore.

Una vista da valle della galleria idraulica del Fosso di Castagno (foto di Andrea Capecchi)

La costruzione della linea, infatti, rappresentò una vera e propria sfida per progettisti e architetti dell’epoca, chiamati a risolvere una serie di difficoltà dovute non soltanto al notevole dislivello presente nel versante pistoiese – si sale di 550 metri in 25 km – ma anche alla complessa morfologia dei rilievi appenninici, che obbligò alla costruzione di un significativo apparato di infrastrutture, come viadotti e gallerie. E per rendere possibile tutto ciò, e facilitare la gestione della linea e la circolazione in sicurezza dei treni, fu necessario approntare una serie di strutture ingegneristiche “secondarie” che ancora oggi sopravvivono a fianco della ferrovia, seppure in gran parte dismesse o abbandonate.

Una delle più interessanti è la cosiddetta “galleria idraulica” costruita per incanalare e deviare il corso del Fosso di Castagno, torrentello affluente dell’Ombrone a Piteccio. Siamo in uno dei punti più emblematici della ferrovia Porrettana: nello spazio di due chilometri, salendo dall’abitato di Piteccio verso la frazione di Castagno, si “incrocia” per tre volte la linea – sotto il viadotto di Piteccio, in galleria e presso la stazioncina di Castagno – che proprio in questo tratto compie il suo caratteristico percorso “a ritroso”, piegando verso sud e seguendo il profilo della collina prima di riprendere la sua direzione di nordest e superare così i 300 metri di dislivello tra le stazioni di Piteccio e Sammommè.

Il terrapieno in muratura della galleria di Fabbiana

Circa un chilometro dopo Piteccio, superato il bivio per Fabbiana, dopo una curva un sentiero si stacca dalla strada sulla destra e, percorsi pochi metri, giunge in prossimità della galleria idraulica.

Si tratta di una galleria artificiale in mattoni ad arco ribassato, lunga 30 metri e alta circa 4, costruita allo scopo di convogliare e incanalare le acque del Fosso di Castagno in un punto in cui il torrente incontra la ferrovia: l’elemento singolare è costituito dal fatto che il ruscello “passa sopra” la linea, anzichè, come avviene di solito, sottopassarla.

Infatti per un brevissimo tratto di pochi metri, tra l’uscita della galleria di Piteccio e l’imbocco della galleria di Fabbiana, la Porrettana esce “allo scoperto”: ma il binario si trova a quasi dieci metri di profondità rispetto all’altezza del terreno, corrispondente all’alveo del torrente. Gli ingegneri, oltre a scavare e costruire il terrapieno della ferrovia, dovettero risolvere il problema dell’attraversamento del Fosso, che si veniva così a trovare a un’altezza superiore rispetto a quella della linea.

La soluzione fu la canalizzazione del torrente entro la nuova galleria idraulica, che raccoglie le acque a monte, “scavalca” la ferrovia passando all’interno del terrapieno in muratura della galleria di Fabbiana e porta il torrente a valle, preservando così l’assetto idrogeologico della valle e consentendo alla ferrovia di continuare il suo percorso.

Il binario della Porrettana che “sottopassa” la galleria idraulica

Non si tratta dell’unica opera di ingegneria idraulica presente lungo la linea, ma è sicuramente meritevole di attenzione e di una visita, come segnalato anche da pannelli informativi lungo il sentiero: un altro spunto per la tutela e la valorizzazione della Porrettana e delle sue strutture “collaterali”.

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