sabato, Aprile 20, 2024

Venezia 78, Leone d’Oro a “L’evenement” della regista franco-libanese Diwan

di Giacomo Martini

VENEZIA – Un risultato a sorpresa chiude la 78° edizione della Mostra del Cinema di Venezia che premia il film “L’Evenement” della regista franco-libanese Audrey Diwan, dedicato al trema drammatico e doloroso dell’aborto.

La giovane Anne è rimasta incinta ma non vuole portare a termine la gravidanza perché desidera finire gli studi e sfuggire al destino della sua famiglia proletaria. È il 1963 e in Francia l’aborto è illegale e la società condanna la libertà sessuale. Anne ha poco tempo davanti a sé, gli esami si avvicinano e il suo ventre si è arrotondato. Una storia semplice e difficile che segue la battaglia fisica ed emotiva di una donna che ha deciso di agire contro la legge.

La regista e sceneggiatrice francese Audrey Diwan prende ispirazione dal libro omonimo, in Italia “L’evento”, di Annie Ernaux. La scrittrice transalpina (Il posto, Gli anni, Una donna) vi ha travasato la propria esperienza biografica allorché nel 1963 da studentessa universitaria ventitreenne si decise a un’interruzione di gravidanza in un’epoca in cui l’aborto era illegale in Francia, sicché chi l’avesse subito, praticato o adiuvato sarebbe finito in carcere.

A sua volta scrittrice, la libanese d’origine Diwan dopo l’esordio Mais vous êtes fous (2019) prende da Ernaux e firma un’opera seconda calibrata, strutturata e determinata, ideologica senza essere programmatica, ottimamente interpretata da Annamaria Vartolomei cui tocca la descrizione fisica, sopra tutto, dell’aborto forzatamente clandestino che ne squassa il percorso di studi, l’affaccio sul futuro, il quotidiano di ragazza seria, volenterosa e financo volitiva.

Diwan ne indaga il microcosmo, le amiche che si scansano, i coetanei che si sottraggono colpevolmente o ci “provano” meschinamente, i ginecologi che alzano le mani o prescrivono fraudolentemente farmaci antiabortivi, la famiglia che non sa, i professori pure, e lei Anne che va avanti nelle certezza del dovere perché il diritto le è, a lei e altre, negato.

Il Leone d’argento è andato al film di Jean Campion “The power of dog“. Grande delusione per il cinema italiano presente con ben cinque titoli nel concorso internazionale. A Sorrentino il gran premio della giuria per il film “E’ stata la mano di Dio“.

Tra gli altri premiati, l’attore filippino John Arcilla ha vinto come miglior attore per il suo ruolo nell’epica saga poliziesca di tre ore e mezza del regista Erik Matti “On the Job: The Missing 8”, mentre il regista sperimentale italiano Michelangelo Frammartino ha ricevuto lo Speciale Premio della giuria per il suo ibrido meditativo dramma-documentario “Il Buco”. ù

Un altro dei primi beniamini della critica, il melodramma d’apertura del festival di Pedro Almodóvar “Parallel Mothers”, è stato premiato con il premio come migliore attrice per la bravura di Penélope Cruz nel ruolo di una madre single coinvolta in una spirale di crisi di maternità.

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