venerdì, Aprile 26, 2024

“A spasso con Daisy”, la storia di un’amicizia oltre i pregiudizi

PRATO – La storia di un’amicizia particolare e speciale, capace di rompere le barriere religiose e sociali e abbattere il muro dei pregiudizi.

Al Politeama va in scena “A spasso con Daisy”, commedia diretta da Guglielmo Ferro con protagonista la bravissima Milena Vukotic: lo spettacolo è un adattamento dell’opera teatrale del 1987 di Alfred Uhry, nota al grande pubblico soprattutto per la celebre trasposizione cinematografica nel film diretto da Bruce Beresford, con interpreti principali Jessica Tandy e Morgan Freeman, vincitore nel 1990 di ben quattro premi Oscar.

Un successo internazionale che rivive al Politeama con una commedia capace di far ridere ma anche commuovere, in ogni caso emozionare, grazie a un’ironia elegante e gustosa, talvolta molto pungente, che sul finale lascia il posto a una vena più malinconica.

Una scena dello spettacolo “A spasso con Daisy” con Milena Vukotic

Siamo ad Atlanta, in Georgia, nel 1948: l’anziana Daisy Werthan (Milena Vukotic), ormai settantaduenne, è una vivace quanto esuberante signora ebrea dell’alta società, gelosa della propria indipendenza, che mai e poi mai si farebbe mettere i piedi in testa da qualcuno, specialmente dal figlio Boolie (Salvatore Marino).

Ma la donna ne ha appena combinata un’altra delle sue: alla guida della sua auto, ha provocato un incidente dal quale per fortuna è uscita illesa, ma ha causato un danno notevole che l’assicurazione non intende risarcire.

Boolie decide che la soluzione migliore è quella di assumere un autista per la madre, come fanno altre donne della stessa condizione sociale: l’idea di “condividere” l’auto con qualcun altro e, soprattutto, di perdere una parte della propria autonomia viene accolta da Daisy come fumo negli occhi. Non stupisce quindi che il primo incontro fra la donna e Hoke Colburn (Maximilian Nisi), autista afroamericano ingaggiato da Boolie, sia tutt’altro che amichevole: l’anziana signora “trafigge” il povero e incolpevole autista con il suo sguardo glaciale, e lo fulmina con battute al vetriolo ogniqualvolta osa proferire parola.

Ma Hoke, anzichè indignarsi o rinunciare all’incarico, sa come trattare la burbera signora e pian piano cerca di conquistare la sua fiducia. I primi tempi non sono facili, Hoke deve sottostare agli ordini e alle volontà talvolta maniacali della donna, spesso ossessionata dai pregiudizi e dalle apparenze da salvaguardare all’interno delle relazioni familiari e sociali. Entrato nella vita di Daisy come un estraneo, anzi come un fastidioso importuno, con il passare dei mesi e degli anni Hoke diventa sempre più un familiare, un consigliere, un confidente, un amico prezioso, anzi l’unico vero amico della donna, che invecchiando deve fare i conti con i problemi di salute, la solitudine e le lunghe assenze del figlio.

Con un umorismo sottile, la commedia mette in luce la possibilità di un rapporto di sincera e profonda amicizia tra due figure all’inizio antitetiche, diversissime dal punto di vista personale e sociale, sullo sfondo di un’America che tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso è attraversata dal processo di emancipazione della comunità afroamericana e dalle battaglie per i diritti civili portate avanti da Martin Luther King.

Passano gli anni, è il 1973: Daisy, ultranovantenne, non è più autosufficiente ed è ricoverata adesso in una casa di riposo; anche Hoke, ormai anziano e pieno di acciacchi, ha smesso per sempre di guidare. Ma nonostante l’età e la sofferenza, l’amicizia rimane: e la commedia si chiude con l’emozionante – forse ultimo? – incontro tra Daisy e Hoke, quando la donna confida all’ex autista di essere stato, per lei, il migliore e unico, vero amico avuto in questi venticinque anni.

Al termine dello spettacolo, Milena Vukotic ha ricevuto il Premio alla Carriera “Paolo Emilio Poesio” assegnatole dall’Anct per l’anno 2020, e che non era ancora stato consegnato di persona all’attrice a causa dell’emergenza sanitaria. “Sono orgogliosa e onorata di ricevere questo importante riconoscimento – ha dichiarato Milena Vukotic – un premio ancor più sentito perchè ricevuto qui, nel Teatro Politeama di Prato, un luogo che si lega alle memorie familiari: mio zio Pier Luigi Nervi, infatti, è stato l’ingegnere e architetto che ha progettato la calotta di copertura apribile del Politeama negli anni Venti del Novecento”.

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