sabato, Aprile 20, 2024

Bolognini, il ritorno a un futuro “verde” secondo Babilonia Teatri

PISTOIA – Un “ritorno al futuro” in chiave green, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra l’uomo e la natura, per ricostruire quel “patto” di convivenza comune che oggi si è drammaticamente spezzato.

I fratelli Ettore e Orlando Castellani portano in scena al Teatro Bolognini “Mulinobianco”, spettacolo prodotto da Babilonia Teatri e inserito nella rassegna “Teatri di confine” dedicata ai linguaggi teatrali contemporanei.

Al centro dello spettacolo c’è, inevitabilmente, il tema ambientale, per far capire agli spettatori che il lottare contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, il virare verso un’economia sempre più sostenibile, il superare un approccio consumistico nelle nostre scelte quotidiane non sono “mode” passeggere; al contrario, sono necessità stringenti e non più rimandabili, come testimoniano i mutamenti che negli ultimi anni stanno interessando il nostro pianeta.

E la Terra, nostra casa comune, rischia davvero di “andare a fuoco” prima che vengano prese adeguate contromisure: pertanto, in attesa che i Grandi del mondo riescano a sedersi a un tavolo e a mettersi d’accordo su un tema così globale ma così spinoso, vista la molteplicità degli interessi in ballo, è necessario che siamo noi, comuni cittadini, a diventare i “protagonisti del cambiamento” attraverso piccole, semplici ma decisive azioni quotidiane.

Se noi continueremo a sfruttare in maniera indiscriminata e a devastare la natura, alla fine sarà lei a distruggerci e a riprendersi con la forza i propri spazi. Questo sembra suggerire lo spettacolo di Castellani, con i due personaggi in scena “dispersi” come due naufraghi in un futuro distopico e post-apocalittico in cui, dopo la catastrofe climatica, gli uomini appaiono ritornati agli istinti primordiali in una società anarchica e disordinata. Unico legame con il passato, la frequente nostalgia verso gli oggetti e i beni di consumo che un tempo riempivano gli scaffali ormai vuoti dei supermercati o i vecchi e arrugginiti distributori di bevande e merendine.

Questa “visione” del futuro, che parafrasa la saga cinematografica di Zemeckis, appare tutt’altro che rassicurante; il titolo stesso dello spettacolo, “Mulinobianco”, suona come una grottesca antitesi, nel presentarci un mondo ben lontano da quello candido, ovattato e un po’ stereotipato della pubblicità del mulino bianco, con annessa famiglia.

Da una parte la modernità, le fabbriche, gli elettrodomestici, i prodotti e i veleni chimici, i sapori e gli odori riprodotti in laboratorio, la tecnologia. Dall’altra parte le tradizioni da riscoprire, l’orto da coltivare dietro casa, il biologico, il biodinamico, la vacanza wild, la marmellata fatta in casa.

Noi ci troviamo nel mezzo, ciascuno col proprio grado di consapevolezza e di ignoranza: ed è qui che si innesta la riflessione di Babilonia Teatri, con uno spettacolo che colpisce nel segno, affrontando un tema di così scottante attualità in maniera originale, irriverente e fuori dagli schemi, come nella sua tradizione di guardare con occhi “diversi” la realtà contemporanea.

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