venerdì, Aprile 26, 2024

Cinema d’autore in crisi: la Fice cerca risposte convincenti

di Giacomo Martini

ROMA – Alla vigilia del Festival di Cannes, la Federazione Italiana dei Cinema d’Essai (FICE) invita a interrogarsi sullo stato di difficoltà che continua ad attanagliare il cinema del nostro Paese, in particolare per il mancato ritorno in sala di una consistente fetta del pubblico.

Dopo misure restrittive che non hanno paragoni con il resto dei paesi europei, è arrivato il momento di invertire la rotta, pena la messa in pericolo del patrimonio di sale cinematografiche italiane.

Patrimonio composto ancora da centinaia di sale che si impegnano a programmare cinema d’autore e d’essai, oggi maggiormente in difficoltà anche a causa della mancanza di film capaci di intercettare un pubblico stanco di opere ripetitive, forse pensate più per una platea televisiva che per il pubblico cinematografico.

Questo anche a causa di provvedimenti che hanno incrementato a dismisura la produzione di “opere audiovisive” e praticamente annullato le finestre tra l’uscita in sala e i successivi passaggi televisivi.

La FICE invita ad adottare al più presto, come richiesto anche da importanti esponenti della distribuzione e rappresentanti parlamentari, un congruo intervallo di almeno 180 giorni, così come occorre pensare a un piano straordinario di tre anni per la riconquista del pubblico.

Dando seguito alle parole pronunciate dal Presidente Mattarella in occasione dei David di Donatello per salvaguardare il ruolo sociale, aggregativo e culturale delle sale, invita il Ministero della Cultura ripensare gli investimenti destinati al cinema, rimettendo realmente al centro la funzione della sala per ridare slancio a una produzione fin troppo appiattita su opere audiovisive di scarso interesse per il pubblico cinematografico.

“La FICE – dichiara il Presidente Domenico Dinoia – insieme a tutte le sale associate farà di tutto per continuare a dare visibilità al cinema indipendente e d’essai così come previsto dalla legge cinema, per garantire un pluralismo di offerta che dia spazio a tutte le cinematografie, a partire dai giovani talenti italiani”.

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