lunedì, Maggio 6, 2024

“Il 25 aprile sia festa di tutti, senza retorica”

di Vannino Chiti

PISTOIA – Il 25 aprile, giorno in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo deve essere una festa di tutti. Una festa viva, in cui la memoria non deve essere essere ridotta a retorica o consegnata a cerimonie rituali.

Un popolo che non ha una memoria storica condivisa non è in grado di realizzare un futuro degno, per questo anche in Italia è importante lavorare perché questo processo si compia.  Ancora non ci siamo ed è un impegno che tutti dobbiamo assumerci. Shoah, foibe, pur diverse tra loro, devono essere sentite come momenti comuni di riflessione e impegno!

Deve essere però chiaro che il riferimento alla Costituzione costituisce la premessa indispensabile di questo percorso. E la Costituzione ha il suo fondamento chiaro, condiviso da chi l’ha scritta: è la Resistenza, sono i valori dell’antifascismo, oggi più attuali che mai. 

La questione non è aggirabile con la propaganda o le censure nell’informazione pubblica. Sono valori permanenti: libertà e democrazia contro regimi autoritari e illiberali; Europa contro sovranismi reazionari; dignità di ogni persona contro razzismo; giustizia sociale ed ecologica contro privilegi e crescita che distrugge l’ambiente; diritto al lavoro, a un salario degno, a sanità e istruzione contro sfruttamento, rendite per nascita, corporativismi; uguaglianza di genere contro maschilismo; non violenza e pace contro guerra.

C’è un tema che mi preme oggi più di altri mettere in primo piano. La Costituzione fa sua la finalità della pace: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Cosa ci chiede oggi una coerenza allora con l’articolo 11 della Costituzione, in mezzo al proliferare dei conflitti? La Costituzione ci chiede di fermare le guerre, che la comunità internazionale sappia imporre un cessate il fuoco e pazientemente costruire le condizioni per trattative che realizzino una pace giusta. Il cessate il fuoco non è dimenticare chi è l’aggredito e chi l’aggressore, ma salvare vite umane, evitare ancor più sofferenze, distruzioni, che la situazione sfugga di mano e travolga i popoli con la terza guerra mondiale. Nessuno può vincere, sconfitta sarebbe l’intera umanità, destinata a scomparire.

L’augurio che faccio a ognuno di noi è allora quello che sentiamo l’Italia, l’Unione Europea, il destino dell’umanità e del mondo come una causa nostra, per la quale è giusto impegnarsi.  Non possiamo stare a guardare.

Presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

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