venerdì, Aprile 19, 2024

La morte di Leonetto e la burocrazia che sta uccidendo la sanità pubblica

di Luigi Bardelli

Luigi Bardelli

PISTOIA – Quella di Leonetto è una morte annunciata. Dopo una vita passata alla MAiC, l’Asl di qualche anno fa aveva deciso di metterlo in un’altra struttura per vecchi. Aveva più di 65 anni. Cercammo di far loro capire che questo spostamento, in una struttura diversa dove non conosceva nessuno, per lui avrebbe significato la morte.

Cambiarono i dirigenti dell’Asl, con loro inventammo una struttura simile a quella dove sarebbe stato trasferito, ma sarebbe restato con il solito personale, con i soliti amici, nel suo ambiente, con costo di retta inferiore, nonostante i servizi superiori. La cosa stava per partire anche con la collaborazione del nuovo direttore dell’Asl, ma trovò lo stop del burocrate di turno. La cosa si incagliò e poi dalla Regione sembrò voler superare il limite astratto dei 65 anni. Ma arrivarono nuovi burocrati, presuntuosi ed arroganti. Eccoli di nuovo all’attacco. Dopo i 65 anni per loro si cambia. Leonetto è stata così la prima vittima. Il “pacco” doveva stare in un altro deposito. Così fu trasferito.

Né la ragione né l’Asl sanno che è morto Leonetto. È l’incoscienza dei burocrati, irriducibili, insensibili, che presumono di fare il loro dovere sulla vita e la sorte delle persone. Leonetto lo conoscevano e lo amavano le insegnanti della MAiC, i suoi amici.

Intanto i burocrati dell’Asl, vecchi e nuovi, hanno tagliato per la frequenza della MAiC, altri 23 persone.

La Maic di via San Biagio

Presto li vedrete in città. Perché non possiamo accettare tanta leggerezza ed incompetenza. Torniamo indietro di 50 anni e rimettiamo in discussione tutti i principi della riabilitazione sui quali la Toscana ha fatto scuola in Italia ed in Europa, grazie al prof. Milani.

Li vedrete in città, Paolo, Fabrizio, Tiziana, Roberto, Luca, Giovanni, Stefano, Salvatore, Tiziana, Floriana, insieme a tanti altri amici, perché altri sette sono stati esclusi e non si sa perché; probabilmente saranno rimandati al peso delle famiglie che da una vita ci devono convivere.

Presto li vedrete per la città e ve li ritroverete nei vostri uffici, nell’ufficio del presidente Enrico Giani e del suo staff. Li vedrete sui giornali ed alla TV, insieme al personale perché 17 persone che mancano vuol dire fare a meno di personale addetto.

Non vi rendete conto di quello che state facendo. Non sapete con quanto sacrificio di tutti abbiamo costruito una struttura all’avanguardia da tanti punti di vista, che non conoscete, che non avete visitato nemmeno una volta, nemmeno quella unica volta con la quale avete escluso i diciassette ragazzi con la presunzione di aver capito tutto di loro, più di chi da tanti anni li segue con passione e competenza. Li avete visti una volta e credete di essere così bravi da poter decidere della loro vita. Ma perderete, siatene certi, perché avete a che fare con una struttura nella quale non circola un Euro per coloro che la dirigono, perché è nata senza scopo di lucro e da oltre 60 anni continua così ancor oggi.

Avrà certamente il coraggio di essere con noi il Sindaco che è capo e responsabile della salute dei suoi cittadini e di quelli di tutta la provincia. E la presidente della Società della salute, dottoressa Celesti, e il direttore della Società della salute, che sappiamo quanto tengono a questa struttura.

Perderete, perché ve la state prendendo con gli ultimi, con i più deboli, ma vi accorgerete che sono i più forti. E vedrete allora che anche il nostro Leonetto, la cui morte era annunciata, non è morto a caso.

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