mercoledì, Maggio 8, 2024

La storia linguistica dell’italiano attraverso la cultura gastronomica

PISTOIA – La storia della lingua italiana si intreccia in maniera inestricabile con quella della nostra cultura gastronomica.

Se ne è parlato al Funaro in occasione della presentazione del libro di Giovanna Frosini e Sergio Lubello “L’italiano nel cibo”. L’evento fa parte di “Libriamo nei lieti calici” a cura di Massimiliano Barbini. Il progetto che lo comprende è “La biblioteca, l’isola, le sue voci”, pre-testi di lettura e avventure letterarie fra gli scaffali della biblioteca, ma anche fra i tavoli della caffetteria del Funaro.

Monica Alba e Giovanna Frosini, protagoniste dell’incontro al Funaro (fotografie di Stefano di Cecio)

Sono intervenute l’autrice Giovanna Frosini e Monica Alba, autrice del volume “Artusi e gli editori fiorentini”.

“Parlare di cibo è una cosa seria – dice Giovanna Frosini – perché la lingua del cibo è uno degli strumenti che meglio rappresenta la storia sociale dell’Italia, caratterizzata da un alto grado di frammentazione interna dal punto di vista sociale, economico e politico. Per noi che studiamo la lingua ed il suo definirsi nel tempo, la realtà storica e linguistica non sono solo complementari ma elementi inscindibili. L’Italia è uno Stato che ha raggiunto l’unificazione politica fra gli ultimi in Europa, un processo che si è compiuto solo circa 160 anni fa cioè solo cinque generazioni fa”.

La penisola è plurilingue, nel medioevo esistevano tante parlate volgari oggi tanti dialetti. Studiare la lingua del cibo permette di avere una chiave privilegiata di accesso alla realtà italiana. Oggi possiamo parlare di cucina italiana, un concetto che possiamo usare grazie ad una condivisione di pratiche, ad una rete di conoscenze. I geosinonimi sono parole diverse che indicano preparazioni simili ma differenziate per area geografica. I dolci di carnevale, ad esempio, sono essenzialmente pasta fritta ma da nord a sud si chiamano in decine di modi diversi, crostole, galani, fiocchi, frappe, sfrappe, cenci.

Monica Alba fa parte di AtLiTeG, Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità, un progetto di interesse nazionale a cui partecipano un nutrito gruppo di ricercatori.

Un momento della presentazione del libro (foto di Stefano Di Cecio)

“E’ stata creata una Banca dati testuale ed effettuate ricostruzioni delle parole attraverso i testi dal medioevo ai testi a stampa. Oggi riusciamo ad identificare subito la cucina di successo con un nome o un volto anche grazie ai media, nel passato era molto diverso, fino alla fine del quattrocento non era possibile nemmeno trovare il nome di un cuoco. Poi nell’età della stampa si è entrati in una realtà diversa”.

“La cucina di Artusi – continua Monica Alba – è prettamente biografica, un mix fra cucina toscana ed emiliana. Contiene diverse indicazioni come la stagionalità dei prodotti, ma prevalentemente punta su una filosofia del buon gusto. Nel 1891 non esisteva un italiano condiviso e sufficientemente standardizzato, Artusi intuisce la necessità di una razionalizzazione della lingua del cibo. Tra l’800 e il 900 la lingua che caratterizzava i manuali di cucina era fortemente eterogenea.

Il volume “L’italiano del cibo”

Artusi abbraccia il fiorentino, come aveva fatto Manzoni, quale modello linguistico di riferimento. Pubblica “La scienza in cucina”, quasi per scherzo a proprie spese, presso l’Arte della Stampa di Firenze. Più tardi, visto il successo, affida la grande distribuzione alla Bemporad. Marietta Sabatini di Massa e Cozzile, l’unica donna di casa Artusi, diventerà la maestra di casa ed avrà un ruolo fondamentale nella gestione degli affari di Artusi”.

Giovanna Frosini è professoressa ordinaria di Storia della lingua italiana all’Università per Stranieri di Siena e coordinatrice del prin AtLiTeG  Ha scritto e diretto una Storia dell’italiano (Salerno Editrice, 2020).

Monica Alba è assegnista di ricerca nell’ambito del progetto PRIN 2017 AtLiTeG.

Il volume, dopo un breve inquadramento degli studi degli ultimi decenni e di alcuni progetti in corso, propone una rassegna storica della cultura gastronomica attraverso i classici dell’arte culinaria e rilevanti nella storia linguistica dell’italiano fino a oggi, e si chiude con un breve capitolo sulla divulgazione del cibo attraverso i mass media (cinema, piccolo schermo, stampa periodica e web).

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