venerdì, Maggio 3, 2024

“L’Agnese va a morire” chiude la rassegna al circolo Hitachi

PISTOIA – È “L’Agnese va a morire” (1976) di Giuliano Montaldo (secondo omaggio al regista genovese) il film di chiusura della rassegna inverno-primavera di “Giovedì al cinema”, che sarà proiettato all’Auditorium del Circolo Hitachi giovedì 25 aprile.
Tratto dall’omonimo romanzo di Renata Viganò, partigiana e scrittrice e simbolo della presenza femminile nella Resistenza, il film testimonia l’interesse del regista verso il racconto della guerra, di ogni guerra, con il suo portato di traumi, viltà e contraddizioni.

Una scena del film

Inedito sguardo sull’aspetto femminile della Resistenza, con Ingrid Thulin che si trasforma anche fisicamente per essere credibile come contadina romagnola, riuscendoci. Giuliano Montaldo, come sempre, sa toccare le corde della commozione e dimostra il suo totale rifiuto per ogni forma di intolleranza. Utilizza attori eccentrici rispetto al suo cinema come la Giorgi, Dorelli, Alfredo Pea, Ron, Ninetto Davoli, con ottimi risultati. Il racconto è impreziosito dall’ottima fotografia che ben immortala gli scenari delle valli di Comacchio e da un cast di altissimo livello (Ingrid Thulin, Michele Placido, Stefano Satta Flores, Massimo Girotti, William Berger, Flavio Bucci). Bellissime le musiche di Morricone. Un film che insegna tanto, specie in questo momento storico.
«Per il ruolo di Agnese ho scelto Ingrid Thulin – sono parole del regista – perché avevo bisogno di una grande attrice per portare l’interesse della distribuzione sul film. Era un po’ ardito pensare ad un’attrice svedese, ma l’avevo già incontrata, e vista nei film di Ingmar Bergman  e mi aveva colpito la forza, la determinazione, la durezza di questa donna. Quando le mandai la sceneggiatura, subito il giorno dopo mi chiamò dicendomi: “Io sono una che è nata nelle campagne e ho grandi mani e grandi piedi: io sono Agnese.” E mi chiese di poter stare, prima della lavorazione del film, almeno un mese tra le donne di Romagna, cioè proprio tra quelle donne che avevano davvero fatto le staffette partigiane e che avevano quindi la possibilità di raccontarle tantissimi episodi».

Tra le tante storie legate al film, una particolarmente emozionante riguarda la bicicletta dell’Agnese. Racconta ancora Montaldo: «Andammo a Lugo dove esisteva un luogo in cui venivano ammassatati gli oggetti ritrovati. Vecchi oggetti, vecchi a tal punto che vi erano anche alcune biciclette del tempo di guerra. La Thulin ad un certo punto vide una bicicletta da donna, pesante, nera, e disse: “voglio quella”. Era arrugginita, disastrata e io cercai subito di dissuaderla: “meglio quell’altra, che è messa meglio”. Pensavo anche al fatto che sarebbero occorsi dei soldi per metterla a posto, in un film con pochi soldi si sta sempre attenti a tutto, ma Ingrid ribadì: “No, voglio quella lì”. Ebbene, il meccanico, nello smontare la bicicletta, ha trovato, dentro il telaio dove si inserisce la sella, un messaggio che una staffetta partigiana stava portando a qualcuno. Quella era proprio la bicicletta di una staffetta partigiana, forse caduta per mano dei tedeschi. Ho ancora un brivido a pensarci».

Inizio spettacoli alle 21.30, proiezione come sempre in pellicola. Chi lo desidera può prenotare cena o apericena al bar pizzeria del Circolo (0573 32626).

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