venerdì, Aprile 19, 2024

L’ex chiesa di San Lorenzo a Pistoia: un monumento da “restituire” alla città

PISTOIA – Quale futura destinazione d’uso per l’ex chiesa di San Lorenzo a Pistoia, uno spazio dal grande valore storico e architettonico nel cuore della città? Da convento agostiniano a caserma militare, fino allo stato di abbandono e di mancato utilizzo degli spazi interni di oggi: quali prospettive si possono aprire nel breve o medio periodo?

L’edificio fa parte di un vasto ex complesso religioso, oggi sconsacrato, compreso tra piazza San Lorenzo, via del Piloto e via del Maglio, e costituito, oltre che dalla chiesa, la cui mole domina la piazza, dall’attiguo chiostro e dall’Oratorio di Sant’Ansano; insieme alla vicina chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie, in seguito inglobata nelle strutture dell’Ospedale del Ceppo, rappresentava il “centro religioso” del quadrante nord-orientale della città.

La facciata dell’ex chiesa di San Lorenzo (foto di Andrea Capecchi)

L’ex chiesa di San Lorenzo a Pistoia venne costruita a partire dal 1278 per volontà del vescovo Guidaloste Vergiolesi, il quale, facendo seguito alle richieste di papa Innocenzo IV, si era impegnato a dare una nuova sede agli Eremitani di Sant’Agostino, ordine mendicante di diritto pontificio istituito pochi anni prima, e già presente a Pistoia nel piccolo oratorio di Sant’Antonio in Pantano.

La nascita del complesso di San Lorenzo si inserisce infatti nel più ampio contesto di diffusione in molte città italiane, tra cui Pistoia, degli ordini mendicanti sorti nel corso del Duecento, che in molti casi offrono un contributo notevole al rinnovamento della vita ecclesiastica cittadina e al parallelo sviluppo dell’architettura religiosa.

Un’architettura che, nel caso nella nuova chiesa, risulta notevole per molti aspetti, a partire dalle dimensioni: a costruzione conclusa, l’edificio risulta come un volume di oltre 75 metri di lunghezza e 20 di altezza, con l’interno composto da un’unica navata con dodici altari, e una zona absidale costituita da tre cappelle a pianta quadrata.

La maestosità della chiesa, l’ampiezza degli spazi interni – a cui si devono aggiungere il giardino e il chiostro – e la grande facciata in pietra serena, a pianta squadrata e rimasta incompiuta, resero quello di San Lorenzo uno dei principali complessi religiosi della città, interessante anche dal punto di vista artistico grazie agli affreschi alle pareti – ancora oggi visibili, seppur assai deturpati – eseguiti da artisti pistoiesi del Trecento e del Quattrocento. Nella lunetta esterna sopra il portale d’ingresso, per esempio, sopravvive grazie ai restauri compiuti nei primi anni Duemila una Crocifissione di ignoto autore pistoiese del tardo Trecento.

Altri interventi a carattere architettonico interessarono la chiesa e il complesso di San Lorenzo a più riprese nel corso dell’età moderna, fino all’occupazione di questi ambienti da parte delle truppe napoleoniche durante la campagna d’Italia e la conseguente soppressione della comunità agostiniana di Pistoia.

Il fianco destro dell’ex chiesa lungo via del Maglio

La secolare presenza dei frati Eremitani in città si interruppe bruscamente, non senza aver lasciato significative tracce del suo passaggio nel tessuto urbano, come la costruzione, nella piazza adiacente, di case popolari che gli agostiniani davano in affitto ai cittadini più poveri.

Con la Restaurazione, dal 1815 al 1866, il complesso venne occupato dai Cappuccini al servizio dei vicini Spedali Riuniti; le successive soppressioni di istituti religiosi del periodo post-unitario segnarono la radicale trasformazione della chiesa di San Lorenzo, che venne sconsacrata e acquisita dal demanio militare.

Mentre il chiostro adiacente fu assegnato alla municipalità di Pistoia, che ne mantenne la proprietà, l’ex chiesa nel 1880 divenne la sede del distretto militare “Ferrucci” e i suoi spazi interni vennero riadattati al nuovo uso: per consentire gli alloggiamenti dei militari, nell’originaria navata furono costruiti due solai di legno sostenuti da nove file di colonne, che andarono così a modificare per sempre la conformazione dell’ambiente interno. Furono inoltre aperte nuove finestre ai lati, e coperti definitivamente gli affreschi.

Durante l’ultimo conflitto mondiale l’ex chiesa divenne tragica testimone dell’eccidio nazifascista di San Lorenzo (12 settembre 1943) in cui vennero assassinati sei civili: una lapide posta sul fianco destro dell’edificio, lungo via del Maglio, ricorda il drammatico avvenimento.

Nella seconda metà del Novecento fu usata prima come mobilificio e poi come deposito per i cantieri comunali; nel 1989 furono avviati lavori di restauro con l’intento di rendere l’ex chiesa la nuova sede dell’Archivio di Stato, progetto che venne però abbandonato a causa delle difficoltà logistiche e dell’inadeguatezza dei suoi ambienti. Tuttavia l’intervento di restauro promosso dalla Soprintendenza, seppur parziale, ha avuto il merito di recuperare gli spazi del chiostro, liberare le pareti dell’ex navata facendo “riemergere” gli affreschi tardo medievali, e consolidare le strutture esterne del complesso.

La lapide sul fianco destro della chiesa, lungo via del Maglio, che ricorda la strage nazifascista di San Lorenzo del settembre 1943

Attualmente il complesso monumentale è diviso in due proprietà: l’ex convento con il grande chiostro appartiene al Comune, che in anni recenti lo ha utilizzato per manifestazioni, eventi, mostre fotografiche. L’ex chiesa invece, rimasta di proprietà demaniale, è sotto la custodia della Soprintendenza: si tratta di uno spazio dalla superficie di base di 1500 mq, esteso su tre livelli, chiuso verso l’esterno da una grata di ferro in corrispondenza del portale d’ingresso. Dentro, nella penombra, si scrutano solo cumuli di calcinacci, mattoni, tubi, resti del cantiere di restauro che trasmettono un senso di generale abbandono.

E qui sorge la domanda: in considerazione dello stato di conservazione attuale e dei vincoli architettonici posti dalla Soprintendenza, quale futura destinazione d’uso può essere prospettata per l’ex chiesa di San Lorenzo? Ad oggi è uno spazio vuoto, inutilizzato, abbandonato e anche “dimenticato” dai pistoiesi: ma è possibile fare qualcosa per “restituirlo” alla comunità cittadina, o comunque valorizzarlo dal punto di vista artistico e culturale in virtù della sua storia secolare?

Qualcosa si sta muovendo: nell’ottobre 2020 Michele Paradiso (Università di Firenze, Dipartimento di Architettura) ed Eleonora Conte hanno pubblicato un articolo dal titolo “L’ex chiesa di San Lorenzo a Pistoia: un monumento da restituire alla città” (consultabile al link http://revistas.ustabuca.edu.co/index.php/REVISTAM/article/view/2518/1874) come risultato di un’attenta analisi di tipo architettonico, strutturale e statigrafico sull’edificio e sulle sue attuali condizioni.

L’articolo risponde infatti alla richiesta, da parte della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, di un’analisi sullo stato di degrado dell’edificio, con indicazioni di interventi necessari per il consolidamento e una rapida rifunzionalizzazione. Il prezioso lavoro svolto da Paradiso e Conte ha permesso di raggiungere una conoscenza del monumento nei suoi aspetti più “intimi”, così da poterne valutare lo stato generale a scopo di un rapido recupero, tale da dare coscienza alla città dell’importanza di questo monumento e di preservare un tassello fondamentale del suo patrimonio storico.

L’affresco nella lunetta del portale di ingresso

È notizia ancora più recente, dello scorso 5 febbraio, l’avviamento di una procedura di gara per per il consolidamento, la messa in sicurezza e il recupero strutturale di una porzione della copertura di un’ala del complesso di San Lorenzo, che affaccia sul chiostro medievale e gli immobili limitrofi (notizia pubblicata dal Comune di Pistoia e consultabile al link https://www.comune.pistoia.it/news/complesso-di-san-lorenzo-avviata-la-procedura-di-gara-la-ricostruzione-di-una-porzione-di).

Come dichiarato dall’assessore Alessio Bartolomei, questo intervento urgente di messa in sicurezza è solo il primo tassello di un più ampio progetto di recupero degli spazi del complesso di San Lorenzo: un progetto che mira a dare “nuova vita” all’ex chiostro e agli ambienti di proprietà comunale, nell’ottica di una futura valorizzazione. Per il “progetto San Lorenzo” il Comune è pronto a mettere sul piatto ben 20 milioni di euro dei fondi Pnrr.

E l’ex chiesa? Gli studi e le analisi ci sono, i finanziamenti anche qui si potrebbero trovare: e le proposte? C’è da capire come vorrà muoversi la Soprintendenza, custode dell’immobile, e soprattutto quali sollecitazioni e idee potranno arrivare dalle istituzioni, prime fra tutte Comune e Provincia, per il recupero e la futura destinazione della struttura.

E per “restituire” ai pistoiesi un monumento che a suo modo ha segnato la storia della città.

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