venerdì, Aprile 19, 2024

Orari ridotti e rischio chiusure: l’allarme dei fornai da Montagnana al centro città

di Beatrice Beneforti

PISTOIA – Mercato del pane in crisi nel Pistoiese. Con i prezzi della materia prima e dell’energia che lievitano a dismisura e l’impossibilità di scaricare tutti i costi sui clienti, molte piccole imprese locali si trovano con l’acqua alla gola.

Il bancone di un panaio (foto Reportpistoia)

Un grido di allarme arriva dallo storico forno di Montagnana, costretto a ridurre drasticamente la produzione se i prezzi dovessero continuare a salire. “Se i costi non dovessero almeno stabilizzarsi dovremmo chiudere il negozio durante la settimana e restare aperti solo nel weekend – spiega Dario Ercolini, proprietario dell’attività da 33 anni. A quanto dice, i prezzi delle materie prime aumentano ogni quindici giorni e ”i costi di luce e gas ci costringono a prevedere lo spegnimento di uno dei nostri due forni per concentrare la produzione nel fine settimana”.

Aumentare il prezzo finale è ormai diventato necessario per sopravvivere, ma non si potrà andare avanti all’infinito. ”Non posso arrivare a far pagare una schiacciata 20 euro”, puntualizza Ercolini.

Stesso clima di precarietà si vive anche nel centro storico.

“L’unica cosa che potremmo fare – osserva la proprietaria de La Bottega del pane di Piazzetta degli Ortaggi – sarà quella di valutare lo spostamento della produzione notturna al giorno, cosicché si possano contenere almeno le spese dell’energia”.

Alimentari Dario (foto Reportpistoia)

“Noi cerchiamo di andare incontro alle esigenze dei nostri clienti e non vorremmo arrivare a un drastico aumento del pane – dice il proprietario de L’Antica forneria del Borgo, in via Dalmazia – Stiamo parlando di cibo, come facciamo a centellinare ogni grammo di farina e di olio? I nostri clienti ci supportano e sanno che non dipende da noi. Non vogliamo chiudere”.

Bolletta alla mano, Michela Cola, proprietaria di Coccole di Pane in via dei Tigli, racconta le difficoltà di andare avanti senza aiuti e con il metano più che quadruplicato.

”Sono sola, lavoro 13 ore al giorno accendendo il forno alle tre di notte per preparare la colazione da vendere ai miei clienti, il pane lo compro e al mio forno è arrivata, nel mese di agosto, una bolletta del metano di 4000 euro contro i 900 che pagavo normalmente. Come si fa?” A quanto racconta, molte botteghe si starebbero preparando ad una chiusura mirata dopo novembre, in segno di rivolta.

La situazione non preoccupa solo i proprietari dei forni. Un clima di perplessità si respira anche tra gli impiegati.

“Noi dipendenti non leggiamo le fatture ma sentiamo che tutto sta diventando difficile per i proprietari e per i clienti. Speriamo in una veloce soluzione, per il bene di tutti noi che adoriamo il nostro lavoro e per i nostri clienti che ci sostengono”, raccontano alcuni dipendenti del Forno Garbo di via dei Fabbri.

Si prospetta così un futuro fatto di decisioni drastiche per le botteghe del pane e la preoccupazione condivisa, dal centro storico alle periferie, è quella di essere costretti, se la situazione dovesse continuare a peggiorare, a dover gettare la spugna.

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