sabato, Aprile 27, 2024

Stagione sinfonica, chiusura con l’Orchestra Leonore al Teatro Manzoni

PISTOIA – In chiusura della Stagione Sinfonica 2021/2022, curata da Daniele Giorgi e promossa da Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Fondazione Pistoiese Promusica e con il sostegno di Fondazione Caript, torna sul palco del Teatro Manzoni di Pistoia giovedì 19 maggio (ore 21) l’Orchestra Leonore diretta da Daniele Giorgi.

L’Orchestra Leonore diretta dal maestro Daniele Giorgi

Quando ci si lamenta che “non ci sono più i solisti di una volta, ognuno con una originalissima personalità, ma tutti estremamente naturali e senza ostentazione”… per ricredersi, basta andare ad ascoltare il violinista Sergej Krylov: l’effervescente musicalità, il virtuosismo strabiliante come raffinato strumento sempre al servizio dell’espressività, l’intenso lirismo e la bellezza del suono sono solo alcuni elementi che lo hanno reso uno dei più rinomati artisti del panorama internazionale.

Krylov sarà interprete del celeberrimo Concerto per violino e orchestra op. 35, composto da Pëtr Il’ič Čajkovskij tra il marzo e l’aprile del 1878 a Ginevra, subito dopo il grande impegno di due capolavori, la Quarta Sinfonia e l’Eugenio Onieghin e prima di quella che sarà la sua lunga e sofferta crisi creativa.

In apertura di serata, in linea con la curiosità per il repertorio ingiustamente trascurato, che caratterizza da anni i programmi della Stagione Sinfonica pistoiese, il pubblico potrà ascoltare una perla rarissima: la Kaledonische Suite op. 54 del viennese Hans Gál, basata su danze e melodie tradizionali scozzesi.

Nato in una famiglia ebrea d’origine ungherese, oltre ad essere stato uno dei compositori più prolifici e longevi del Novecento (deceduto nel 1987, all’età di 97 anni), Gál è stato infatti anche tra i più “dimenticati”, prevalentemente a causa delle sofferenze patite prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le sue composizioni furono bollate come appartenenti a quella “musica degenerata” messa al bando dal Terzo Reich.

Costretto a lasciare la Germania, emigrò in Gran Bretagna, dove insegnò per diversi anni al conservatorio di Edimburgo: la “Suite Calèdone” è quindi un omaggio affettuoso alla sua terra d’adozione.

A chiudere idealmente il cerchio, il capolavoro sinfonico di Felix Mendelssohn-Bartholdy ispirato dal suo viaggio in Scozia del 1829: la Sinfonia op. 56 “Scozzese”, che in questo gran finale di stagione potremo ascoltare affidata a Daniele Giorgi alla guida dell’Orchestra Leonore: una traduzione, un’evocazione in musica, delle emozioni e dei sentimenti suscitati dalla natura, da un lato, e, dall’altro, da associazioni letterarie e storiche.

«Andammo, in pieno crepuscolo, al palazzo [di Holyrood] ove aveva vissuto ed amato la regina Maria [Stuarda]» scriveva il compositore, durante il suo soggiorno a Edimburgo «Vi si trova una piccola stanza, alla quale si accede da una scala tortuosa. È lì che [gli assassini] salirono e trovarono Rizzio nella stanzetta: lo trascinarono fuori, attraversando altre tre camere per trucidarlo in un angolo buio. La cappella accanto è ora senza tetto. Erba e edera crescono in profusione: e davanti all’altare in rovina Maria fu incoronata regina di Scozia. Tutto intorno è rotto e ammuffito, e vi penetra la chiara luce del cielo. Credo di avervi trovato oggi l’inizio della mia Sinfonia scozzese».

La sera stessa Mendelssohn annotò una versione germinale delle 16 battute iniziali della sua futura Sinfonia. D’altronde lui stesso non poteva esprimersi in modo più chiaro: «È nei quadri, nelle rovine e nei paesaggi che trovo la maggior ispirazione per la musica».

Il concerto sarà replicato anche al Teatro Morlacchi di Perugia il 20 maggio, nell’ambito della Stagione degli Amici della Musica della città umbra.

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