lunedì, Aprile 29, 2024

Un pianeta, una casa: l’umanità e la tutela del mondo naturale

STOCCOLMA – Si intitola “Un pianeta, una casa: un punto di vista Bahai su come ridefinire il rapporto dell’umanità con il mondo naturale” un documento-dichiarazione redatto dalla Bahai International Community come esito di un convegno tenutosi a Stoccolma nel giugno 2022, e del quale riportiamo integralmente la prima sezione come utile strumento di riflessione riguardo il delicato e discusso tema del rapporto tra umanità e mondo naturale all’interno della Terra nostra “casa comune”.

“Il mondo naturale, con tutte le sue meraviglie e la sua maestosità, ci consente di cogliere il senso profondo dell’interdipendenza. Dalla biosfera nel suo insieme al più piccolo microrganismo, esso dimostra che tutte le forme di vita dipendono da molte altre e che gli squilibri di un sistema si riverberano su un grande insieme interconnesso.

Intimamente incorporata in questo grande sistema e fortemente dipendente da esso, l’umanità si trova di fronte a un paradosso che diventa sempre più importante di giorno in giorno.

Da un lato, la razza umana non ha mai avuto un maggior potere di plasmare il mondo fisico su scala planetaria, una novità che alcuni hanno definito antropocene. Esso rappresenta una testimonianza del nostro ingegno collettivo, della nostra creatività e delle infinite future possibilità.

Dall’altro, questo potere, se non viene calibrato da una riflessione ponderata e viene invece guidato da priorità che non tengano conto del bene comune presente e futuro, ha conseguenze non solo di portata mondiale, ma potenzialmente irreversibili.

Mentre le gravi conseguenze del superamento dei limiti planetari diventano sempre più evidenti, dal cambiamento climatico alla perdita della biodiversità, al degrado e all’inquinamento dell’ambiente, l’umanità si sta trovando costretta a costruire rapporti più maturi, collaborativi e costruttivi tra i suoi popoli e con l’ambiente naturale.

Il pensiero sulle questioni ambientali ha fatto notevoli progressi dopo la storica Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano del 1972.

I progressi, scientifici, giuridici e istituzionali compiuti nell’ultimo mezzo secolo sono motivo di fiducia e fonte di speranza per il futuro. Tuttavia, oggi, questa più profonda comprensione deve tradursi in azioni con maggiore rapidità e in misura molto più ampia. Un radicale cambiamento dell’organizzazione e del funzionamento degli affari umani è diventato un imperativo esistenziale, necessario e inevitabile. La domanda che rivolgiamo alle nazioni e ai leader del mondo è se faranno ciò che è necessario per una scelta e una prevenzione consapevoli oppure perché saranno costretti dalle distruzioni e dalle sofferenze causate dall’escalation del collasso ambientale.

L’influenza che gli esseri umani esercitano sul mondo naturale non ha pari tra tutte le forme di vita sul pianeta. A volte, questo dato di fatto, suffragato da nozioni di proprietà e dominio, è stato utilizzato per giustificare atteggiamenti di padronanza e di controllo della natura. Ma sono sempre più numerose le persone che sono arrivate a riconoscere che l’umanità è strettamente legata all’ambiente e ne dipende. Ed esse hanno anche ammesso che questo nostro impatto senza pari comporta l’ imprescindibile dovere di curare e proteggere il mondo naturale.

Ciascuno di noi entra nel mondo come un pegno affidato alle cure della collettività. Ciascuno di noi a sua volta ha una propria responsabilità verso il benessere collettivo e verso il pianeta da cui dipendiamo. Questo universale senso di tutela non pretende di annullare l’impatto dell’umanità sul mondo naturale. Le risorse materiali saranno sempre necessarie per sostenere e far progredire la civiltà. Vuole invece che si sovrintenda a quell’impatto con consapevolezza, creatività e compassione.

Mentre impariamo a utilizzare le materie prime della Terra per il bene di tutti nel miglior modo possibile, dobbiamo prendere coscienza del nostro atteggiamento verso la fonte della nostra sussistenza. Le nostre azioni devono rispecchiare il dato di fatto che le ricchezze e le meraviglie della terra sono un patrimonio comune di tutti i popoli e che tutti meritano un giusto ed equo accesso alle sue risorse. Le nostre scelte devono dar prova di una prospettiva intergenerazionale che, a tutti i livelli del processo decisionale, tenga presente il benessere dei futuri abitanti.

E in questo periodo così turbolento della storia umana, le nostre azioni devono essere sempre più temperate da quella saggezza e quel giudizio che derivano da una crescente maturità.

Se allarghiamo la nostra prospettiva fino a comprendere l’intero pianeta, non potremo vedere l’umanità in altro modo se non come un solo popolo che abita un’unica patria globale. La consapevolezza di questa unità, espressa mediante relazioni improntate alla giustizia, è l’unica base sulla quale si possano costruire società sostenibili.

Ogni popolo celebra a proprio modo la copiosa bellezza e l’infinita grandezza della natura. Le tradizioni di tutte le culture rendono omaggio a questo preziosissimo patrimonio che soddisfa non solo i bisogni fisici del corpo, ma anche le qualità trascendenti dello spirito. Il compito di costruire un mondo sostenibile e fiorente promette di offrire un punto di unità non solo a imprese condivise, ma anche a gioiose celebrazioni.

Riconoscere l’unità del genere umano non significa sopprimere le diversità delle espressioni, delle culture e delle organizzazioni sociali. Il principio dell’unità include il concetto essenziale della diversità. Proprio per questo si distingue dall’uniformità. Nel mondo naturale, i sistemi prosperano grazie all’interazione di elementi assai diversi. Le differenze tra i vari componenti possono far funzionare meglio l’insieme e rafforzare la resilienza del sistema complessivo.

Negli affari umani, la diversità di pensiero, background e punto di vista è altrettanto fondamentale. È mediante l’interazione delle diverse prospettive ed esperienze che ci si può innalzare verso livelli più elevati di verità e acquisire nuove idee. Altrimenti, una sovrabbondanza di punti di vista e di opinioni simili, come l’eccessiva dipendenza da una singola risorsa naturale, lascia quel sistema esposto a pericoli e vulnerabile al collasso.

Per riequilibrare il rapporto dell’umanità con il mondo naturale, avremo bisogno dell’apporto di un crescente numero di popolazioni, ben coordinate e integrate. Le presunzioni di superiorità di un gruppo su un altro, sostenute per ragioni di nazionalità, razza, ricchezza o qualsiasi altra caratteristica, non fanno altro che spezzare i legami necessari per generare consenso e sostenere un’azione coordinata. I sentimenti di alterità indeboliscono invariabilmente la motivazione necessaria per lavorare per il bene comune, sociale ed ecologico.

Più volte l’umanità ha lottato per apprezzare la diversità mentre lavorava per costruire unità, per rispettare e proteggere il particolare mentre utilizzava la forza di ciò che è condiviso. La tutela del mondo naturale è un potente strumento per riconciliare questi ideali strettamente legati.

Tutti gli abitanti della Terra meritano di godere dei frutti di una società globale che vada avanti in armonia con il mondo naturale. Per creare una società di questo tipo, tutte le persone del mondo devono poter partecipare ai processi costruttivi che la produrranno. Costruire nelle persone, nelle comunità e nelle istituzioni la capacità di contribuire proficuamente al cambiamento trasformativo è quindi un elemento indispensabile di un’efficace azione ambientale.

Per le persone, questo significa acquisire tutta una serie di capacità interconnesse: scientifiche, tecniche, sociali, morali e spirituali. Esse devono comprendere i concetti, conoscere i fatti e aver padronanza dei metodi, delle competenze, degli atteggiamenti e delle qualità che ci occorrono per costruire modelli di vita personale e collettiva più sani e maggiormente sostenibili.

Quanto alle comunità locali, l’acquisizione di capacità richiede l’arricchimento e la con-sapevole elaborazione di una cultura. Alla comunità spetta l’impegnativo compito di creare un ambiente nel quale le volontà personali si fondano, i poteri si moltiplichino e si esprimano in un impegno collettivo, nel quale le più alte espressioni dello spirito umano si manifestino in nuovi modi di organizzare gli affari della società.

Occorre inoltre che si presti attenzione al rafforzamento delle strutture organizzative. Abbiamo bisogno a ogni livello di istituzioni dotate di capacità che possano fungere da canali grazie ai quali i talenti e le energie delle persone e dei gruppi possano esprimersi al servizio del bene comune.

Dobbiamo continuamente costruire nuove basi per la felicità umana e creare e promuovere nuovi strumenti intesi a questo fine”.

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