sabato, Aprile 27, 2024

Tenuta di Capezzana, una saga familiare scritta sulle eccellenze

di Serena Viani

CARMIGNANO – A Carmignano, tra i vigneti e gli uliveti della famiglia dei conti Contini Bonacossi, si respira aria di rinnovamento ed avant-garde.

La fattoria di Capezzana

La tenuta di Capezzana è una eccellenza assoluta del territorio dell’Alta Toscana, un’eccellenza costruita nei suoi oltre cento anni di storia.

L’azienza è guidata dai fratelli Contini Bonacossi, vi lavorano Beatrice che è la direttrice commerciale della fattoria, Benedetta e Filippo; Giovanni è il presidente della tenuta.

Beatrice, Giovanni, Benedetta e Filippo rappresentano la quarta generazione della famiglia.

La contessa Beatrice Contini Bonacossi

Da dove inizia la storia e la fortuna della famiglia?
“I nostri bisnonni Vittoria e Alessandro andarono in Spagna a fine 800, lì iniziarono a collezionare francobolli e nel contempo si dedicarono all’acquisto delle opere d’arte: quadri, ceramiche, mobili, statue. Negli anni 20 rientrarono in Italia dove comprarono Villa Vittoria, a Firenze – l’attuale Palazzo dei Congressi -, Acqua Panna e Capezzana. Erano mercanti e collezionisti”.

Adesso la collezione dove si trova?

“Negli anni 60 la collezione venne donata alla città di Firenze e ospitata a Palazzo Pitti fino al 2018, quando fu trasferita agli Uffizi”.

E il vino com’è entrato nella vostra famiglia?

Le bottiglie di vino del 1925

“La loro passione per le cose antiche, li ha portò a collezionare vecchie annate di vino dal 1925 in poi. Su questi colli si innamorarono di Capezzana perché cercavano qualcosa che somigliasse ad uno chateau  francese. Fu mio nonno Augusto a prendere in mano le redini della tenuta e dei vigneti. Successivamente, negli anni 50-60 entrò anche mio padre Ugo. Adesso abbiamo 650 ettari, di questi, 80 sono coltivati a vigneto, 140 a uliveto”.

Una storia antica quella di Capezzana e della sua produzione di olio e di vino

“Nel 1984 mia sorella Alessandra trovò una pergamena del 804 nella quale si parla della produzione di olio e vino a Capezzana. Ma il momento storico più  importante per questa zona è stato il Rinascimento. I Medici trascorrevano le estati a Carmignano dove avevano costruite le belle ville di Trefiano e Capezzana circondate da un muro chiamato il “barco reale”. Qui i Medici producevano vino, quello che i Medici mandavano alle corti europee: il “Carmignano”. Nel 1716 Cosimo III emanò il bando con le prime leggi del vino con il “Carmignano” che rientrava tra i primi quattro; è  dunque un vino che ha centinaia di anni”.

Dopo l’acquisto di Capezzana, varie generazioni si sono susseguite alla guida dell’azienda

“Negli anni 60 a mio nonno subentrò mio padre Ugo che, negli anni 70 fu affiancato da mio fratello Vittorio , allora 18enne. Negli anni 80 arrivammo io, mia sorella Benedetta e mio fratello Filippo. Adesso in azienda lavorano due nipoti: Serena, figlia di Vittorio che si occupa della logistica, ordini esteri e dell’ospitalità: B&B, wine bar, la scuola di cucina creata 35 anni fa e wine tour e suo fratello Gaddo che si occupa delle vigne e degli oliveti. Il mercato estero lo curo io”.

Producete anche del vinsanto campione del mondo
“L’Oscar per il vinsanto lo abbiamo preso ben tre volte: annata 2000 nel 2007,  annata 2011 nel 2019 e nel 2021 con l’annata 2013. Ogni anno vanno in finale cinque aziende.

La vinsantaia si Capezzana

Quali sono i mercati più interessanti?

“Il più  importante rimane il mercato italiano, il secondo è  quello americano poi il  Canada, Inghilterra, la Germania. Siamo presenti in tutto il mondo, anche nei paesi dell’est: Ucraina, Polonia, Russia, poi Asia, Giappone, Corea, Cina, Hong Kong, India, Filippine, Guatemala e Messico, Brasile e Australia. In alcuni paesi vendiamo sia vino che olio”.
Da un punto di vista affettivo, cosa rappresenta il vino per la vostra famiglia?
“Siamo cresciuti con il vino. Il vino vuol dire convivialità,  rapporti con le persone, condividere bei momenti con amici e clienti. Vino e olio sono biologici e cerchiamo di fare prodotti che rispettino il nostro territorio; sono vini di grande eleganza”.

Uno scorcio della fattoria

Ha scelto di fare questo lavoro per tradizione di famiglia o voleva fare altro nella vita?
“Ero andata in Inghilterra e poi sono tornata. L’azienda aveva clienti americani e facevo la traduttrice durante le loro visite. Mio padre e mio fratello mi chiesero di lavorare con lolro e io accettai. Mi  piaceva viaggiare, avevo una vera passione, sono 37 anni che lavoro qui. E’ un lavoro molto bello e affascinante, in campagna cerchiamo di lavorare i vigneti per adeguarci alle condizioni climatiche che cambiano, provando a far soffrire meno i vigneti per le gelate o per l’aridità: ogni anno è  una scoperta,”.

Il suo vino preferito?
“Il Trefiano, Carmignano riserva ideato nel ’79; è  composto da tre vitigni: Sangiovese Cabernet e Canaiolo. E’ un vino complesso, intrigante e elegante. Però Trefiano non è  un vino per tutti, non è  immediato, va scoperto, piano piano”.

Cos’è la collezione dimenticata in cui il dottor Sandro Pazzi parla nel suo libro?

“La collezione dimenticata è un libro che ci ha reso fieri dei bisnonni, della collezione di oggetti antichi e di Villa Vittoria, donate entrambe a Firenze. Nel libro si spiegano come sono andate le cose della donazione e i motivi per i quali ci sono voluti 50 anni: era un argomento tabù, ma il libro ha svelato tutto”

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