sabato, Aprile 27, 2024

A proposito del Padule di Fucecchio, lettera aperta al Segretario della CGIL

“Caro Daniele,

avrei voluto incontrarti al Corteo del Primo Maggio a Pistoia, ma, come sempre, in quella giornata di festa, ero al lavoro.

Ti scrivo pertanto ciò che avrei voluto dirti e lo faccio in questa forma perchè credo che la riflessione e i fatti che sto per esporre possano avere un interesse generale.

Birdwatching nel Padule di Fucecchio (foto Alessio Bartolini)

Come molti prima e meglio di me hanno sostenuto, tutte le nostre azioni, e quindi il nostro lavoro in primo luogo, dovrebbero essere orientate a “riparare il mondo” per usare le parole di Alex Langer. Questo perchè esiste oggettivamente un’urgenza ineludibile di porre rimedio alla devastazione della Casa Comune.

Ho sempre pensato questo e nel mio piccolo ho indirizzato le mie scelte verso un’attività lavorativa che mi appagasse nell’impegno di dare un piccolo contributo per migliorare il presente e costruire un futuro per la nostra specie e tutte le altre presenti nel nostro pianeta (come sai mi occupo di conservazione della natura).

Quindi ho provato la soddisfazione di svolgere un’attività che, come per tutti coloro che hanno la fortuna di amare il proprio lavoro, ti “retribuisce” due volte, dandoti di che vivere e offrendoti l’opportunità di trascorrere bene il tuo tempo.

Io credo che non ci sia più spazio per certe attività lavorative come quelle che stanno alla base della produzione di armi e di strumenti di distruzione (l’industria bellica peraltro, in una prospettiva di disarmo, avrebbe decenni di lavoro per disinnescare gli ordigni e convertire l’enorme quantità di mezzi bellici prodotti in oggetti utili), nè credo che possiamo proseguire nella folle corsa all’estrazione e all’impiego di combustibili fossili, perchè le conseguenze globali di quest’attività sono di una portata paragonabile a quella di una guerra nucleare… e sono già in atto! Indirizzare le risorse verso attività lavorative di miglioramento del territorio e delle condizioni di vita (in termini di dicurezza, salute e benessere) non significa, come comunemente si ritiene, intervenire solo nelle cosiddette opere di “messa in sicurezza”, la quale è naturalmente attività della massima importanza, ma anche e, vorrei dire, soprattutto, nel ripristinare gli ecosostemi naturali e gli agro-ecosistemi. Ciò non solo garantisce sicurezza ma fornisce anche tutti gli altri servizi ecosistemici (rigenerazione di aria, acqua, fertilità del suolo ecc.) essenziali alla nostra vita e a quella degli altri esseri viventi.

Le attività di tutela e di restauro degli ambienti naturali (che rappresentano beni di rilevante interesse pubblico e per questo sono tutelati anche dalla nostra costituzione) dovrebbero essere sostenute ed incentivate anche perchè “fare pace con la natura” è un passo fondamentale per riconsiderare radicalmente anche le basi di convivenza fra gli uomini. Sta qui l’enorme portata culturale dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato sì, che rovescia il paradigma dell’uomo dominatore della Terra ed afferma la concezione dell’uomo custode, che ha il dovere della cura del Creato.

Il Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio, l’associazione nella quale lavoro, ha dedicato una rassegna culturale di eventi per divulgare questo fondamentale messaggio, considerando quell’Enciclica (ed anche la successivca dedicata al tema della fratellanza) un faro per orientare una umanità allo sbando. Purtroppo, come sai, il Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio sta vivendo una situazione molto critica che rischia nei prossimi mesi di determinarne la definitiva chiusura, dopo oltre trent’anni di attività.

Questa realtà, nata nel 1990 anche sulla spinta di molti comuni e della Provincia di Pistoia, ha svolto un’intensa e qualificata attività di educazione ambientale e di divulgazione scientifica, oltre che di tutela delle specie e degli habitat, contribuendo significativamente al raggiungimento di alcuni importanti risultati, come l’istituzione delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla, gli interventi di naturalizzazione di tali aree, la realizzazione delle strutture di visita, l’inserimento del Padule di Fucecchio e del Padule di Bientina nell’elenco delle zone umide di importanza internazionale (sulla base della Convenzione di Ramsar).

Nel fare questo il Centro ha anche offerto opportunità di lavoro ad un’ampia rete di soggetti, quali guide ambientali, botanici, faunisti, ditte agro-forestali ecc.

Posso testimoniare che da sempre questa associazione ha posto la massima attenzione nell’utilizzare nel migliore dei modi le risorse pubbliche che gli sono pervenute, moltiplicandone la ricaduta in termini di servizi offerti e di interventi compiuti, grazie anche ad un intelligente ricorso al volontariato. Se si è stati in grado di garantire la continuità di una serie di attività anche nelle condizioni di rilevante difficoltà ed incertezza che si stanno protraendo da almeno 7 anni, questo è stato soprattutto grazie all’impegno delle tante donne e uomini che, pienamente coinvolte nella nostra mission, ci hanno affiancato e supportato con partecipazione ed entusiasmo. L’associazione ha infatti una struttura leggerissima, con soli due dipendenti part-time.

Certamente non spetta a me indicare cause o responsabilità politiche (che innegabilmente esistono), nè posso essere io a formulare delle soluzioni, ma ho ritenuto di richiamare la tua attenzione, anche per il positivo interessamento che la CGIL, il mio sindacato, ha mostrato in passato su questa vertenza. Ho scelto questa forma, della lettera aperta, considerando la valenza non solo sindacale della questione sollevata, per richiamare anche l’attenzione degli enti locali, che a lungo hanno sostenuto ed apprezzato questa esperienza, e della cittadinanza, che in più di una circostanza ci ha espresso stima e solidarietà.

Un caro saluto!

Alessio Bartolini

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