sabato, Aprile 27, 2024

Commesse Anas, il figlio di Verdini vuole patteggiare

FIRENZE (ANSA) – Una richiesta di patteggiamento a 2 anni e 10 mesi di reclusione.

E’ quanto sollecitato dai difensori di Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, coinvolto nell’indagine della Procura di Roma sulle presunte irregolarità nell’affidamento di commesse all’Anas, tra cui una di 180 milioni di euro per il risanamento di gallerie.
La richiesta di patteggiamento è stata posta all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio alcuni giorni fa nel procedimento in cui si ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d’asta ed ora la Procura capitolina dovrà valutare se dare l’eventuale via libera. Nelle scorse settimane i pm avevano chiesto ed ottenuto per Verdini e altri indagati, tra cui Fabio Pileri, socio del figlio dell’ex parlamentare nella società ‘Inver’, il giudizio immediato.

Tommaso e Denis Verdini (Combo)

Per questa vicenda Verdini jr fu raggiunto, il 28 dicembre scorso, dalla misura degli arresti domiciliari. Dalle carte dell’indagine emerge il ‘sistema’ che ruotava intorno alla società di lobbing Inver. A quest’ultima, gestita da Verdini e Pileri (che potrebbe chiedere il rito abbreviato), alcuni imprenditori si sono rivolti per ottenere, in cambio di utilità secondo l’accusa, parte delle ricche commesse della società che si occupa di infrastrutture stradali e gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale. Per gli inquirenti siamo in presenza di un “asservimento totale” della funzione in favore degli imprenditori interessati.
Secondo l’impianto accusatorio dei magistrati, coordinati dall’aggiunto Paolo Ielo, la Inver facilitava’ una serie di ditte nel partecipare e, grazie all’accesso ad informazioni riservate, vincere appalti con l’Anas, potendo contare su due dirigenti ribattezzati in una intercettazione “i marescialli che presiedono il fortino”, ai quali la ‘cricca’ garantiva avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.

In questo meccanismo triangolare un ruolo chiave era ricoperto dallo stesso Denis Verdini, finito anch’egli nel registro degli indagati. Uno “stratega” che poteva garantire sponde politiche, almeno questo è il convincimento degli inquirenti, per arrivare a dama nell’affidamento degli appalti. “Emerge che Denis Verdini – scrive il gip nell’ordinanza cautelare – è socio di fatto della Inver, decide la sua strategia, è colui che in virtù del suo peso politico e dei suoi rapporti con il sottosegretario Freni (non indagato nel procedimento, ndr)…assicura sponde o appoggi tali da consentirgli, direttamente o tramite il figlio Tommaso, e Pileri di promettere e garantire” ai funzionari pubblici “avanzamenti di carriera in Anas o ricollocamento in posizioni lavorative di rilievo”. 

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